Fondata nel 726, l’Abbazia dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa sorge in una posizione strategica all’imbocco della Val Cenischia, poco distante dal Moncenisio, lungo uno dei principali varchi alpini tra Italia e Francia. Questo luogo, ricco di fascino e spiritualità, ha rappresentato per secoli un crocevia di fede, cultura e potere politico.
Durante l’epoca carolingia, l’abbazia conobbe il suo massimo splendore. Carlo Magno la trasformò in un avamposto fondamentale per l’espansione franca in Italia, rafforzandone il ruolo religioso e culturale. Il monastero divenne così uno dei principali centri di irradiazione della cultura europea del tempo, anche grazie alla ricchezza della sua biblioteca e alla produzione scrittoria.
Tuttavia, tra il 906 e il 926, l’abbazia fu abbandonata a causa delle incursioni saracene. I monaci fondarono una nuova sede a Breme, ma nel XII secolo alcuni religiosi fecero ritorno per ricostruire il complesso. Nei secoli successivi, la vita monastica subì alterne vicende: nel 1646 i Benedettini lasciarono spazio ai Cistercensi di San Bernardo; nel 1798 la rivoluzione ne decretò la soppressione. Dopo un breve ritorno dei Benedettini nel 1818, l’abbazia fu nuovamente soppressa nel 1855 dalle leggi sabaude e trasformata prima in centro termale, poi in residenza estiva del Convitto Umberto I.
Solo nel 1972 la Provincia di Torino acquistò l’intero complesso, affidandolo nel 1973 a una nuova comunità benedettina proveniente da San Giorgio di Venezia, tuttora presente. Oggi l’abbazia rappresenta non solo un luogo di preghiera, ma anche uno spazio di dialogo e comunione tra monaci di diverse provenienze, testimoniando un’esperienza monastica attuale e aperta.
Tra i gioielli dell’Abbazia spiccano:
-La cappella di Sant’Eldrado, che conserva uno straordinario ciclo di affreschi romanici del 1096-97, tra i più rilevanti in Italia, dedicati alla vita di Sant’Eldrado e San Nicola.
-La chiesa abbaziale, riedificata nel 1715 su progetto di Antonio Bertola, con resti di affreschi medievali e rinascimentali.
-Il Museo Archeologico dell’Abbazia, inaugurato di recente, che custodisce reperti databili dal I secolo d.C. al Rinascimento: elementi lapidei, affreschi, ceramiche, vetri e strumenti legati alla vita monastica, compresa una sezione dedicata al restauro del libro.
L’Abbazia di Novalesa è oggi un luogo di pace, ricerca spirituale e custodia della memoria, ma anche uno spazio culturale vivo, che coniuga storia, arte e spiritualità in un dialogo che attraversa i secoli.