Oria

Arroccata su antiche dune fossili nel nord del Salento, Oria è uno dei borghi storici più affascinanti della Puglia. Con origini che risalgono al II millennio a.C., ha attraversato epoche gloriose sotto Greci, Romani, Normanni e Svevi. Il suo centro storico, dominato dall’imponente Castello di Federico II e dalla maestosa Basilica Cattedrale, custodisce tesori artistici, tradizioni secolari e scorci di rara bellezza. Oria è anche sinonimo di eventi coinvolgenti, sapori autentici e accoglienza calorosa: una meta ideale per chi desidera vivere la Puglia più autentica.

Immagini del borgo

Situata sulle alture di un antico cordone di dune fossili, nel cuore del Salento settentrionale, Oria domina con fierezza la pianura pugliese circostante. Questo borgo millenario è uno scrigno di storia, leggende e tradizioni, dove ogni pietra sembra raccontare un’epoca diversa.

Una storia antichissima

Secondo Erodoto, la fondazione di Oria – l’antica Hyria – risalirebbe al 1400 a.C., quando un gruppo di Cretesi naufragò sulle coste ioniche e decise di insediarsi sulle colline oritane. La città crebbe in prestigio durante il periodo romano: nel 265 a.C. divenne Municipio Romano e fu insignita del titolo di “Città Confederata” per la sua lealtà all’Impero.

Nei secoli successivi, Oria visse fasi di dominazioni alterne: Goti, Bizantini, Longobardi, Greci e Normanni si contesero la città, che tra il IX e il X secolo ospitò una delle più importanti comunità ebraiche d’Italia. Fu poi sotto gli Svevi, e in particolare con l’Imperatore Federico II, che Oria conobbe uno dei suoi periodi d’oro: tra il 1225 e il 1233, fece erigere l’imponente Castello Svevo e potenziò le difese cittadine.

Nel tempo, il borgo passò agli Angioini, agli Spagnoli e poi alla famiglia genovese degli Imperiali, fino all’annessione al Regno d’Italia nel 1860.

Monumenti e architetture

Cuore pulsante della spiritualità oritana è la Basilica Cattedrale di Maria SS. Assunta, detta anche “la piccola San Pietro”, per il suo impianto maestoso e la cupola rivestita di mattonelle policrome. L’interno è un trionfo di stucchi, marmi e statue barocche. Da non perdere è la suggestiva Cripta delle Mummie, dove riposano i confratelli imbalsamati, vestiti con gli abiti cerimoniali.

Il Castello Svevo, con la sua pianta triangolare e i tre possenti torrioni, rappresenta uno dei simboli della città. Una passeggiata tra le mura offre viste mozzafiato sul borgo e sulle campagne. Accanto, si trova il Parco Montalbano, un giardino storico punteggiato da siepi, fontane e terrazze panoramiche.

Nel cuore del centro storico si trovano anche Palazzo Martini, oggi sede del Museo Archeologico, e altri edifici nobiliari come il Sedile, Palazzo Vescovile (che ospita il Museo Diocesano) e Palazzo Martini Carissimo, sede del Centro di Documentazione Messapica.

Eventi e tradizioni

Oria vive e rievoca la sua grande storia con passione. Il più celebre appuntamento è il Corteo Storico di Federico II e Torneo dei Rioni, che si tiene ogni anno ad agosto. Oltre mille figuranti in costume sfilano tra le vie della città, addobbate con gli stendardi dei quattro rioni: Castello, Judea, Lama e Santo Basilio. Il Torneo, una sfida cavalleresca tra i rioni, celebra l’arrivo dell’Imperatore nel 1225, in attesa di sposare Isabella di Brienne.

Nel corso dell’anno, la città propone anche i riti della Settimana Santa, la Passione di Cristo e numerosi eventi culturali e folkloristici, testimoniando una profonda vitalità identitaria.

Passeggiare tra storia e sapori

Entrare nel borgo attraverso Porta Taranto, detta anche Porta degli Ebrei, o Porta Manfredi significa compiere un viaggio nel tempo. Le vie medievali, i cortili in pietra, le piazze raccolte raccontano secoli di vita, incontri e culture. E dopo una passeggiata, non resta che lasciarsi tentare dalla cucina locale: orecchiette con le cime di rapa, ragù pugliese, gelati artigianali e vini del territorio sono solo alcune delle delizie da gustare.

I dintorni

A soli 30 chilometri, si aprono le acque turchesi della costa adriatica, con le spiagge di Torre Guaceto e Specchiolla, ideali per un’escursione naturalistica. Brindisi, con il suo porto e i resti romani, è un’altra meta vicina da non perdere.

Oria è molto più di una meta turistica: è una città che accoglie, che racconta, che emoziona. Con la sua storia millenaria, i panorami mozzafiato, le tradizioni vive e l’autenticità della sua gente, rappresenta uno dei borghi più affascinanti della Puglia.

Borgo di Oria
Comune di Oria
Provincia di Brindisi
Regione Puglia

Abitanti: 15.296
Altitudine centro: 154 m s.l.m.

Riconoscimenti
Bandiera Arancione – Touring Club Italiano

Il Comune
Via Epitaffio – Tel. +39 0831 847958

IN AUTO

  • Da Bari: Imboccare la superstrada per Lecce, uscire allo svincolo per Ostuni, attraversare Ostuni e poi Francavilla Fontana, dalla quale Oria dista poco meno di sei chilometri.
  • Da Brindisi: Imboccare la strada statale 7 per Taranto e uscire allo svincolo per Oria.

IN TRENO

  • Stazione Ferroviaria di Oria

IN AEREO

  • Aeroporto Brindisi
  • Mercato settimanale: ogni mercoledì, in centro;
  • Dal mese di Marzo, ogni Giovedì fino al Mercoledì Santo – Processione Scenni Cristu
    La statua di Gesù morto è distesa su una bara con baldacchino bianco, con pennacchi fioriti simbolo della rinascita, è portata a spalla dai confratelli dell’Arciconfraternita della Morte vestiti di nero. La discesa si ripete con frequenza settimanale fino al mercoledì Santo, quando la statua scende, per l’ultima volta, con i Misteri. Il numero dei giovedì non è fisso perché varia in base alla mobilità della festa di Pasqua: se questa viene “bassa” (cioè a marzo) o se viene “alta” (cioè ad aprile). La statua viene portata a spalla fino in Cattedrale. Dopo la celebrazione della messa, la stessa rimane esposta nella Chiesa fino al venerdì sera per il Canto delle Piaghe, per poi rientrare al Monastero delle Benedettine il sabato mattina. Con riferimento all’origine si sa per certo che, quando l’antica Cattedrale romanica fu demolita dopo il terremoto del 1743, gli arredi e i suppellettili furono depositati e conservati presso il Monastero delle Benedettine. Al termine dei lavori, la bara di Gesù Morto rimase in custodia presso le Benedettine. La necessità di esporre la statua durante le meditazioni del venerdì portò al trasferimento, nel pomeriggio precedente, dal Monastero di San Benedetto alla Cattedrale e questo diede origine alla “Scinnuta di Crustu”.

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